Cenni storici
Il primo insediamento di popolazioni nel comune di Dorio risale a tempi lontanissimi. La presenza celtica è testimoniata da alcuni massi cupelliformi il più importante dei quali è quello di Comballo. Per quel che riguarda il nome Dorio, non tutte le versioni sono concordi: alcuni fanno derivare il nome dal fatto che il sole, giunto al tramonto, manda sui monti un riflesso così lucente da sembrare oro purissimo; un'ipotesi più attendibile attribuisce invece il nome ad una origine greca: pare che ne 59 AC Giulio Cesare abbia inviato 500 nobilissi coloni della Magna Grecia a ripopolare le spiagge del Lario. Scrive Carlo Andreani in "La Pieve di Dervio" stampata nel 1898: "Una tradizione ricorda come il paese in origine fosse a Mandonico, come leggesi in qualche vecchia scrittura, dove trovansi tutt'ora una decina di case.
La posizione migliore, la maggior vicinanza al lago, o forse l'aumento rapido della popolazione, spinsero alcuni abitanti a lasciare Mandonico e formare un nuovo centro che lentamente assorbì quello di origine. Nella seconda metà del XV secolo Dorio cessò di far parte della comunità di Dervio (paese limitrofo), formando territorio ed amministrazione propria". Si legge in un documento rinvenuto nell'archivio parrocchiale:"Il carattere autocrate del popolo di Dorio fece si che sì erigessero a comune. Questo però non era che il principio, l'indipendenza doveva essere totale".
Seguì infatti l'erezione della parrocchia. L'antica chiesetta di S.Giorgio di Mandonico che rappresenta uno dei beni di più alto valore artistico di Dorio, fu per molti anni la parrocchiale del paese.
Per vari motivi sindaco e popolo di dorio domandarono all'Arcivescovo di Milano un prete proprio.
L'Arcivescovo Ippolito I d'Este Card. Ferrarese, con decreto in data 26 maggio 1506 erigeva la comunità di Dorio in parrocchia.
Nel 1542 Dorio si staccò dalla Pieve di Dervio, ma rimase compreso, come lo è tuttora, nella Diocesi di Milano.
Dopo varie vicissitudini, con ripetute fasi di attacchi e saccheggi da parte dei vari avventurieri o dei vari comuni dell'alto lago, si arriva nel 1627 al passaggio dei Lanzichenecchi ed alla diffusione della peste bubbonica, resa celebre dal Manzoni nei "Promessi Sposi", che portò il numero degli abitanti da circa 300 a 84, divisi in 36 famiglie.
La popolazione andò successivamente aumentando, fino a raggiungere 347 abitanti nel 1856 e 531 nel 1897, suddivisi in 85 famiglie.
Quattro terre o ville componevano la comunità di Dorio: Mandonico, Panico, Torchiedo e Solmogno. Quest'ultima, essendosi sviluppata notevolmente, in quanto costruita sulla via principale di comunicazione fra Colico e Dervio, fra il 1640-70 assunse il nome di Dorio.
Nel 1676 venne inaugurata la nuova chiesa dedicata alla Beata Vergine, ampliata nel 1712, poi demolita e rifatta nel 1859.
Successivamente fu dedicata a S.Giorgio.
Negli anni 1677 e 1804 venne restaurato l'Oratorio di S.Giorgio, risalente probabilmente al 1300, dove si possono ammirare degli affreschi del 1492, recentemente restaurati; rappresentano in alto il Santo titolare e la Beata Vergine col Bambino, poi un S. Michele, due Vescovi ed ancora la Beata Vergine.
Un'altra figura di Vergine, prima sul lato orientale dell'oratorio è stata staccata e si trova ora nella chiesa parrocchiale.
Nel 1848 fu eretta, per voto dei cittadini, salvati dal morbo colera, la chiesetta di san Rocco (m. 443 s/m), sulla strada che porta ai monti di Dorio (Sentiero del Viandante = antichissima strada di collegamento sulla sponda orientale del lago, fra Lecco e Piantedo (SO), tuttora percorribile) Nel 1928 il Comune di Dorio fu aggregato a Dervio per poi riprendere la sua autonomia nel 1948.